Motta Editore e il Premio Obiettivo Europa
Mentre proseguono i tentativi della cancelliera Angela Merkel per formare una maggioranza di governo in Germania, molti osservatori si interrogano sul futuro dell’Unione Europea. L’associazione economica e politica degli Stati del Vecchio Continente ha garantito un lunghissimo periodo di pace. Negli anni Novanta, in una fase di grandi cambiamenti per l’Unione, Federico Motta Editore ha promosso il Premio “Obiettivo Europa”. Il riconoscimento, che seguiva il premio giornalistico del decennio precedente, è stato assegnato a importanti personalità di livello internazionale. Le vincitrici e i vincitori venivano scelti tra chi si era maggiormente impegnato nello sviluppo della politica e della cultura europea.
L’Europa degli anni Novanta
Gli anni Novanta sono stati un decennio cruciale per l’Europa e in generale per l’Occidente. Nel 1989 cadeva il muro di Berlino, e con lui entravano in crisi i regimi comunisti dell’Est. Nel 1992 veniva firmato il trattato di Maastricht, che poneva le basi per una cooperazione più stretta tra i Paesi membri sui temi dell’economia e la difesa. Il 1° gennaio 1993 entrava in vigore il mercato unico europeo, mentre il 26 marzo 1995 veniva firmato il trattato di Schengen, grazie al quale ancora oggi possiamo spostarci da un Paese all’altro dell’Unione Europea senza bisogno di passaporti.
Un premio che guarda all’Europa
In quegli anni, Federico Motta Editore continua il suo impegno per la diffusione della cultura. Dopo il premio giornalistico, organizzato negli anni Ottanta, nasce “Obiettivo Europa”. Si tratta di un riconoscimento che va agli illustri personaggi che hanno fatto compiere passi importanti alla politica e alla cultura dell’Europa. Viene così assegnato all’ex presidente del Parlamento Europeo Simone Veil e il presidente della Commissione Europea Jacques Delors. Tra i premiati c’è anche un predecessore di Angela Merkel, il socialdemocratico Helmut Schmidt, cancelliere tedesco dal 1974 al 1982. Il premio ha come simbolo la scultura Messaggio, opera di Arnaldo Pomodoro.