Ozzy Osbourne: alle origini del metal

Con Ozzy Osbourne, scomparso il 22 luglio scorso, se ne va un pezzo di storia del rock. Considerato il padre dell’heavy metal, Osbourne è stato un personaggio istrionico e teatrale, capace di gesti provocatori (tutti ricordano il celebre morso dato a un pipistrello), ma anche di influenzare l’evoluzione del rock.

Ozzy Osbourne, i Black Sabbath e la nascita di un nuovo genere

Nel suo saggio intitolato Sottoculture e musiche giovanili, dedicato alla musica rock degli anni Sessanta e Settanta e pubblicato sul volume dedicato al Novecento di Federico Motta Editore, parla dell’heavy metal come di una

forma di estremizzazione sonora del rock delle origini, definitosi verso la fine degli anni Sessanta con gruppi inglesi come i Led Zeppelin e i Black Sabbath, caratterizzato dal ricorso a moduli tratti dalla tradizione colta europea (in particolare barocca).

Ma come è nato questo genere, che in pochi anni diventò particolarmente popolare e la cui fortuna dura ancora oggi? Indubbiamente Ozzy Osbourne e compagni hanno avuto un ruolo fondamentale.

Il gruppo si era formato nel 1968: inizialmente si chiamavano Earth e suonavano blues, ma con modesti risultati. Era chiaro a tutti da subito che fosse necessario un cambiamento, e il bassista Geezer Butler ebbe un’intuizione. Appassionato di cinema dell’orrore e di narrativa fantasy, propose infatti di introdurre nella loro musica delle atmosfere cupe e inquietanti: il nome Black Sabbath deriva dal titolo inglese di una pellicola horror di Mario Bava, I tre volti della paura (1963). Un omaggio al cinema dell’orrore, quindi, ma anche un riferimento ai sabba delle streghe.

Il suono cupo e distorto della band, che diventerà tipico di tutto il genere metal, si deve invece al chitarrista Tony Iommi. Impiegato come operaio metallurgico per mantenersi, Iommi perse due falangi della mano destra in seguito a un incidente sul lavoro. Questo tuttavia non bastò a scoraggiarlo: dopo avere saputo di altri musicisti che avevano continuato a suonare pur avendo subito incidenti simili, Iommi si costruì delle protesi e, per poterle usare, iniziò ad accordare la sua chitarra abbassando le corde di un semitono. Le corde così erano più morbide al tatto, ma rendevano anche il suono più cupo, un vero e proprio marchio di fabbrica della band.

Testi oscuri, ma non solo

Alla fama del gruppo contribuì indubbiamente Ozzy Osbourne, il cantante e autore dei testi delle canzoni; un personaggio istrionico e magnetico che riuscì da subito a calarsi nella parte del signore delle tenebre. Ben presto intorno al gruppo sorse un’aura di leggenda. Curiosa per esempio è la storia che si racconta sulla nascita del primo brano della band, intitolato Black Sabbath. Butler raccontò che era riuscito a procurarsi un grimorio, che leggeva di tanto in tanto la sera. Questo finché una notte non si svegliò di soprassalto e vide, ai piedi del letto, un’inquietante figura che lo fissava! A partire da questo racconto Osbourne scrisse il testo della canzone, in cui il protagonista scopre, con terrore, di essere stato prescelto dal diavolo nel giorno dell’Apocalisse. All’atmosfera cupa contribuisce anche il riff, scritto da Tony Iommi ricorrendo al cosiddetto «intervallo del diavolo», un intervallo musicale che nel Medioevo era associato al male.

Ma i Black Sabbath e Ozzy Osbourne non erano solo storie di occulto e stregoneria. Nella loro discografia troviamo anche canzoni che raccontano storie di fantascienza, come nel caso di Iron Man. Non mancano poi i testi più impegnati: War Pigs, dall’album Paranoid (1970), è un atto di accusa contro la guerra. «Generals gathered in their masses / Just like witches at black masses» recita l’inizio della canzone, che descrive la distruzione della guerra. Un’alchimia, quella tra Osbourne e compagni, destinata a non ripetersi. Dopo che Osbourne lasciò la band nel 1979, i Black Sabbath cambiarono più volte cantante, ma non riuscirono a replicare i successi degli anni Settanta.