Giacarta: una città per 42 milioni di abitanti
Con 42 milioni di abitanti, Giacarta nel 2025 è diventata la città più popolosa al mondo, superando Tokyo (la sua area metropolitana ne ha “solo” 32 milioni). L’urbanizzazione, iniziata nel Novecento, ha portato alla nascita di megalopoli sempre più grandi e negli ultimi decenni la crescita più vertiginosa si registra nei paesi asiatici. Approfondiamo questi temi attraverso le opere pubblicate da Federico Motta Editore.
Giacarta, i suoi abitanti, e le altre megalopoli
Il dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite ha pubblicato il World Urbanization Prospects 2025, che fotografa la situazione dell’urbanizzazione nelle diverse aree del mondo. Rispetto al precedente report, risalente al 2018, è cambiata la “classifica” delle città più popolose. Tokyo, in particolare, con 32 milioni abitanti, è scesa in terza posizione, sopravanzata da Giacarta (42 milioni di abitanti), capitale dell’Indonesia, e Dhaka (37 milioni di abitanti), capitale del Bangladesh. Giacarta è quindi attualmente la più popolosa capitale mondiale. Per fare un raffronto, la città – da sola – conta più abitanti di molti paesi europei (tra cui Grecia, Romania e Polonia).
Il report del 2025 ha però evidenziato anche un altro aspetto: la crescita dell’Asia. Nella top 10 delle città più popolose, nove si trovano in Asia, che è il continente che più degli altri tende all’urbanizzazione. Oltre a Giacarta, Dhaka e Tokyo, troviamo nei vertici della classifica anche Nuova Delhi, Shanghai, Guangzhou, Manila, Kolkata e Seul. L’unica città non asiatica tra le prime dieci è la capitale dell’Egitto, Il Cairo. La crescita urbana porta con sé trasformazioni e contraddizioni: e così in queste megalopoli le antiche tradizioni convivono con la modernità più avanzata, e le popolazioni si adattano a vivere una realtà in mutamento e sempre più fragile. Già, perché l’urbanizzazione senza limiti porta anche al sorgere di problemi ambientali.
Città sempre più grandi
Quello dell’urbanizzazione, d’altra parte, è un fenomeno che si è affermato fin dal secolo scorso. Nel saggio Il fenomeno della deruralizzazione, pubblicato sul Novecento di Federico Motta Editore, Stefania Barca osserva infatti che
Una delle macroscopiche trasformazioni ambientali del XX secolo, con ripercussioni di ordine sociale, economico, ecologico e culturale, è stato il passaggio dal modo di vita rurale a quello urbano. Si tratta di un cambiamento che ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo, spostato individui, famiglie, talvolta interi villaggi da monte a valle, dalle aree interne a quelle costiere, dal sud al nord e dall’est all’ovest, ridisegnato completamente i paesaggi, sconvolto gli stili di vita e le abitudini.
Per comprendere le dimensioni del fenomeno, si pensi che all’inizio del Novecento circa una persona su dieci viveva in città; un secolo dopo, il rapporto era diventato di una persona su due. L’urbanizzazione pone nuove sfide alle città e alle loro amministrazioni. Sorgono così questioni non solo urbanistiche e architettoniche, ma anche sociali, economiche e ambientali. Nel caso delle grandi metropoli asiatiche, come Giacarta, la città diventa meta di migrazione interna allo stesso paese: cittadini che si spostano in cerca di lavoro, istruzione e servizi. Ma tutto ciò non è privo di conseguenze, anche ambientali, soprattutto in tempi di cambiamenti climatici. La stessa Giacarta, per esempio, sta conoscendo un fenomeno di subsidenza: lo sprofondamento del terreno sottostante a causa del peso degli edifici. Una situazione critica, che ha portato il governo a valutare lo spostamento della capitale in una nuova città.







