Le sirene dell’Adriatico: storia di una mostra

Sirene dell'Adriatico

Abbiamo già parlato in precedenza il ruolo di Federico Motta Editore nell’organizzazione di mostre d’arte e fotografiche a partire dagli anni Novanta. Questa volta vogliamo ricordare una mostra molto particolare: Le sirene dell’Adriatico a cura di Ferruccio Farina, il cui catalogo è stato pubblicato nel 1995.

Sirene dell'Adriatico

La copertina del volume Sirene dell’Adriatico, pubblicato da Federico Motta Editore nel 1995

La sirena, un simbolo attraverso i secoli

La sirena è uno dei simboli ricorrenti della cultura occidentale. Eppure non tutti sanno che il suo aspetto è cambiato nel corso dei secoli. Nell’Odissea di Omero (VIII secolo a.C.) le sirene sono mostri simili a fanciulle ma con il corpo di uccello, che attirano i naviganti con il loro canto per poi divorarli. Solo durante il Medioevo si diffuse l’immagine della sirena come donna-pesce, probabilmente nata dalla fusione della mitologia romana con quella nordica.

Da allora la sua figura si è diffusa nell’immaginario occidentale. La troviamo nelle decorazioni delle cattedrali gotiche, in molti quadri preraffaeliti e… anche sui manifesti pubblicitari a cavallo tra Ottocento e Novecento. Infine nel 1989, il film Disney La sirenetta ha consacrato il personaggio nella fantasia di milioni di adulti e bambini.

Le sirene dell’Adriatico: la mostra

La mostra, curata da Ferruccio Farina, si è svolta a Rimini dall’11 giugno al 6 settembre 1995. Il catalogo fu pubblicato a cura della Federico Motta Editore. La mostra ripercorre, attraverso l’analisi dei manifesti pubblicitari delle attività turistiche tra il 1850 e il 1950, i cambiamenti nei gusti dei vacanzieri. La sirena è un’immagine ricorrente nella grafica pubblicitaria del tempo, e la sua iconografia diventa il filo conduttore della mostra.

Fino alla prima metà dell’Ottocento erano in pochi a poter andare in vacanza. Con l’affermazione del ceto borghese sempre più persone poterono però permettersi periodi di ferie in luoghi di villeggiatura. La riviera romagnola attirò quindi varie tipologie di turisti. E anche i manifesti strizzavano l’occhio alle loro aspettative, presentando di volta in volta la località come luogo di benessere oppure di divertimento.