Leggere Boccaccio, a 650 anni dalla morte
Giovanni Boccaccio e i 650 anni dalla morte: nelle ultime settimane del 2025 cade l’anniversario della scomparsa di uno dei più influenti scrittori della letteratura italiana. Con il Decameron, Boccaccio rinnovò la narrativa italiana e il genere della novella, ma non solo: insieme a Petrarca pose le basi per l’avvento dell’Umanesimo e contribuì a far conoscere Dante. Approfondiamo questi temi grazie al saggio Giovanni Boccaccio di Elisabetta Menetti, pubblicato sul Medioevo di Federico Motta Editore a cura di Umberto Eco.
Giovanni Boccaccio, tra Medioevo e Umanesimo
Nato probabilmente a Certaldo (o forse a Firenze) nel 1313, Boccaccio fu una delle figure di riferimento per la cultura italiana del Trecento. Visse infatti in un’epoca di crisi ma anche di grandi cambiamenti. Fu per esempio testimone della peste nera e delle sue devastazioni fisiche e sociali, che descrisse in alcune pagine memorabili del Decameron. Ma fu anche portavoce dei valori di una società mercantile che diventava sempre più importante: i suoi personaggi sono astuti e abili a volgere a proprio favore i colpi della Fortuna. Nella sua opera non è più centrale la prospettiva religiosa, tipica del Medioevo: al centro delle sue novelle troviamo invece l’individuo, con le sue capacità e le sue passioni. E tra tutte le passioni, la più importante è l’amore, che Boccaccio descrive in tutte le sue forme: dall’amore più tragico a quello più licenzioso e sensuale.
Quando morì, il 21 dicembre 1375, Boccaccio era uno degli intellettuali più conosciuti e rispettati di Firenze. Amico di Petrarca, aveva contribuito a diffondere un nuovo interesse per i classici. Inoltre, fece conoscere l’opera di Dante: dedicò gli ultimi anni della sua vita a studiarne l’opera e, due anni prima della morte, organizzò anche un ciclo di letture pubbliche della Commedia. La stessa opera che Boccaccio ribattezzò, aggiungendo quel Divina con cui la conosciamo tutti. In fondo, se Dante è considerato un gigante, lo dobbiamo un po’ anche a Boccaccio, che fu uno dei suoi primi ammiratori.
Boccaccio 650: attualità di un classico
Ancora oggi nel 2025, quando ci prepariamo a ricordare i 650 anni dalla sua morte, Boccaccio continua a parlarci e a mostrare tutta la sua modernità. Come ricordato, Boccaccio si colloca tra Medioevo e Umanesimo: il mondo che descrive non è più quello ispirato a una rigida visione religiosa, ma un mondo che ha al centro l’uomo, le sua abilità e le sue passioni. Un classico è tale se riesce a parlare anche a lettori e lettrici lontane da lui, nello spazio come nel tempo. Chi legge Boccaccio trova una sicura fonte di divertimento letterario, ma anche l’esaltazione delle capacità dell’uomo. Senza dimenticare, poi, che oltre all’amore, alla fortuna e alla capacità umane, nel Decameron c’è un altro tema tutt’altro che scontato per l’epoca: la donna. Come scrive Menetti nel suo saggio su Boccaccio nel Medioevo di Motta Editore:
Le sette narratrici, insieme con i tre giovani narratori, raccontano non solo per meditare sulle cose del mondo, ma anche per giocare con gli elementi più vitali dell’esperienza umana e con la concretezza del piacere del cibo, della danza, del canto. L’individuazione delle donne come destinatarie dell’opera, la rappresentazione dell’oralità narrativa, le finalità narrative (consolazione, diletto e utilità) e la riflessione sullo stile sono tutti elementi che rivelano una matura consapevolezza critica.
Le donne sono le grandi protagoniste dell’opera: la maggior parte delle voci narranti (7 contro 3) sono donne, così come donne sono le destinatarie dell’opera e molte donne sono al centro di varie novelle, con i loro sentimenti e le loro passioni, a volte timide e nascoste, a volte travolgenti. Non siamo più di fronte a un angelo, secondo il modello stilnovista, ma a donne realistiche, autonome e intelligenti, capaci di avere un ruolo cruciale nelle vicende amorose che le vedono protagoniste. Un’innovazione che rende Boccaccio un classico in grado di parlare ancora oggi a generazioni di lettori.








