Nino Borsellino e la storia della letteratura italiana

valore della Federico Motta Editore

Tra le opere di maggior valore della Federico Motta Editore c’è la Storia generale della letteratura italiana. Ne abbiamo già parlato ricordando la figura di uno dei due curatori, Walter Pedullà. Ora ci soffermiamo sull’altro illustre studioso che l’ha diretta, l’italianista e storico della letteratura Nino Borsellino. Già docente all’università “La Sapienza” di Roma, è stato direttore della rivista «Studi pirandelliani». Ripercorriamone insieme la carriera, gli studi e l’opera.

valore della Federico Motta Editore

Nella loro Storia generale della letteratura italiana, una delle opere di maggiore valore della Federico Motta Editore, Borsellino e Pedullà ricostruiscono il ricchissimo panorama della nostra letteratura.

La formazione e gli studi

Nato a Reggio Calabria nel 1929, Nino Borsellino è uno dei maggiori studiosi di letteratura italiana nel nostro paese. Ha ricoperto per decenni le cattedre di letteratura italiana e di storia della critica letteraria all’università “La Sapienza” di Roma. Ha scritto importanti saggi su autori come Dante, Giacomo Leopardi, Giovanni Verga e Luigi Pirandello. All’opera del drammaturgo siciliano si è dedicato con particolare intensità, ed è stato anche direttore della rivista «Studi pirandelliani». Si è però occupato anche di letteratura rinascimentale, pubblicando importanti contributi su Ludovico Ariosto e Niccolò Machiavelli. Da non dimenticare poi i suoi studi sul teatro rinascimentale, culminati nell’edizione critica in due volumi del Teatro del Cinquecento (pubblicati tra il 1962 e il 1967).

L’avventura della letteratura italiana

La Storia generale della letteratura italiana è una delle opere di maggior valore della Federico Motta Editore. Nino Borsellino e Walter Pedullà hanno diretto il lavoro di 109 specialisti. Il risultato sono 12 volumi che spaziano dalle origini della letteratura italiana nel Duecento al XX secolo. Proprio l’apporto congiunto di studiosi di diverse discipline è uno dei punti di forza di questa monumentale opera. Come scrivono i due curatori nella Prefazione:

Abbiamo voluto […] evitare che la visione di un «unico occhio» appiattisse sugli equilibri conseguiti un panorama invece ricchissimo di anfratti nascosti e di imprevedibili vie di comunicazione, […] convinti della necessità di farlo per giungere a una più profonda e articolata comprensione del fenomeno letteratura.