L’innovazione delle Tavole Transvision
Per la casa editrice gli anni Settanta sono un periodo di crescita, in cui vedono la luce opere di grande valore che saranno premiate dal successo commerciale. Proprio in questo decennio, dopo un lungo e attento lavoro Motta Editore lancia le Tavole Transvision. Si tratta di eccezionali strumenti di conoscenza, che arricchiranno la già variegata offerta dell’azienda.
Da un attento lavoro Motta Editore crea le Transvision
Fin dalle origini, guidata dalla passione per il proprio lavoro Motta Editore ha sempre messo al primo posto l’innovazione tecnologica nei processi di produzione per la stampa. La costante ricerca in campo grafico le ha permesso negli anni di raggiungere risultati ottimali. La casa editrice ha così raggiunto una posizione leader in Europa anche nella stampa su materiale trasparente. Tra i migliori risultati di questa ricerca ci sono le Tavole Transvision. Saranno un successo editoriale di quegli anni ed entreranno nelle case di migliaia di famiglie italiane.
La collana Transvision
Le Transvision costituivano una collana di due volumi. Ogni tavola era composta da più fogli di materiale trasparente stampati a colori, di dimensioni 23,5 x 32,5 cm. I fogli venivano sovrapposti gli uni agli altri, in perfetto registro. Le Tavole Transvision superavano l’idea di rappresentazione tradizionale e raggiungevano un significato espressivo tra i più affascinanti e innovativi per l’editoria di quel tempo. Permettevano infatti di sezionare un soggetto. Procedendo dall’esterno all’interno, pagina dopo pagina, strato dopo strato, le tavole consentivano una lettura in profondità dell’oggetto esaminato.
Un nuovo strumento per lo studio
Coprendo ambiti che andavano dalle scienze naturali alla geografia e al mondo della tecnica e del lavoro Motta Editore proponeva tavole che consentivano di scoprire, in profondità, vari campi del sapere umano. Il prodotto offriva pertanto diverse applicazioni, dal campo didattico a quello documentario. Ogni foglio individuava dettagli e isolava nomenclature. In più, rinviando continuamente a una fase successiva e a una precedente, stimolava la curiosità dei più giovani a esplorare gli oggetti presentati.