Umberto Eco, le opere e il ricordo
L’eredità di Umberto Eco è enorme: oltre alle opere, tra saggi, romanzi e articoli, c’è da ricordare il suo amore per i libri e l’impegno intellettuale. In occasione dei 90 anni dalla nascita, ricordiamo la sua importante figura e le sue opere, e in particolare Historia – La grande storia della civiltà europea.
La grande storia della civiltà europea
Il 2007 è un anno importante per la Federico Motta Editore: esce la prima edizione di Historia – La grande storia della civiltà europea, diretta e coordinata da Umberto Eco. Historia rappresenta un’opera di grande valore culturale non solo per la casa editrice, ma per l’intero mercato italiano delle enciclopedie. L’opera spazia dal Vicino Oriente Antico al Novecento. La sua realizzazione ha coinvolto più di 400 autori di chiara fama sotto la direzione del professor Eco, per un totale di migliaia di saggi monografici su tantissime discipline. Il lettore può quindi trovare informazioni sull’arte antica, dalle piramidi a Santa Sofia fino ai grattacieli. Ma anche notizie sulla politica e la società europea, e la loro evoluzione nei secoli. Una copia dell’opera è stata donata, alla presenza di Eco e dei vertici dell’azienda, all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Umberto Eco, le opere e la perdita della memoria
La storia e la memoria sono sempre stati al centro degli interessi di Eco. Argomenti fondamentali per la civiltà occidentale contemporanea, che sembra abbandonare molte cose all’oblio. Diceva in proposito Eco nella lectio magistralis che tenne di fronte all’assemblea generale dell’ONU (21 ottobre 2013):
Per preservare la propria identità, una civiltà non deve solo comportarsi come un archivio di informazioni, ma anche come un filtro. […] Filtrare non significa cancellare. È un dato di fatto che di frequente le società non ci facciano dimenticare ciò che sappiamo o sapevamo, ma ci impediscono di scoprire ciò che non sappiamo ancora. Perciò accade che una civiltà possa operare diversi tipi di cancellazione che può spaziare dalla censura (la cancellazione di manoscritti, i falò di libri, la damnatio memoriae, la falsificazione di fonti documentarie, il negazionismo) fino alla dimenticanza causata da vergogna, inerzia, e rimorso.
Della centralità di questi temi ha parlato anche Rosangela Bonsignorio, ricordando l’indispensabile contributo di Eco alla nascita del Festival della comunicazione. Riportiamo qui un brano dell’intervista rilasciata al “postcast” Il posto delle parole.