Alla scoperta della letteratura italiana

L’Italia vanta una delle letterature più prestigiose al mondo. A pochi giorni dal Dantedì (caduto lo scorso 25 marzo), ricordiamo una delle pubblicazioni più importanti di Federico Motta Editore, un’opera adatta a una collezione e alla biblioteca di uno studioso. Stiamo parlando della Storia generale della letteratura italiana.

Un’opera da collezione di Federico Motta Editore

La Storia generale della letteratura italiana di Federico Motta Editore è davvero un’opera da collezione. Composta da 12 volumi, è frutto del lavoro di documentazione e informazione letteraria, svolto da una équipe studiosi guidati da Walter Pedullà e Nino Borsellino. La Storia Generale della Letteratura Italiana rappresenta una trattazione critica di ampio respiro, ricchissima di informazioni e approfondimenti, corredata da un vasto apparato di illustrazioni e pensata per fornire risposte esaurienti e originali a lettori, studiosi e appassionati.

I volumi propongono saggi monografici, corredati da numerose e ampie citazioni tratte dalle opere originali, a cui si unisce un ricco apparato di bibliografia critica. Un’ampia varietà di argomenti, dai grandi classici agli autori minori, con le opere, i generi e le correnti, introdotti dai necessari approfondimenti sull’ambiente culturale e storico. Una rassegna che non si applica alla sola lingua italiana ufficiale, ma che spazia fino ai principali dialetti diffusi in Italia.

I curatori della Storia generale della letteratura italiana

A dirigere la Storia generale della letteratura italiana furono chiamati due studiosi di chiara fama: Walter Pedullà e Nino Borsellino. Pedullà, uno dei maestri della letteratura italiana del Novecento, ha insegnato storia della letteratura italiana contemporanea all’università La Sapienza di Roma. Ha scritto saggi su Italo Svevo, Alberto Savinio, Carlo Emilio Gadda e Giacomo Debenedetti. Oltre all’attività accademica, è stato anche presidente della RAI nel 1993 e amministratore delegato del Teatro di Roma (1995-2001). Borsellino invece, scomparso nel 2021, fu uno dei massimi esperti di letteratura italiana del Cinquecento. Si interessò però anche di letteratura otto e novecentesca: dedicò infatti importanti studi a Verga e Pirandello. Senza dimenticare poi i saggi su Dante e la Divina Commedia.