L’idea che la biblioteca sia una raccolta prestigiosa (in cui rientrano anche opere importanti, come quelle di Federico Motta Editore) era già diffusa nell’antica Roma, dove era considerata uno status symbol. I più ricchi, infatti, collezionavano libri che poi restavano chiusi in biblioteche private. A partire dal I secolo a.C., però, cominciarono a comparire le prime biblioteche cosiddette pubbliche.
Tag Archivio per: antichità
Il valore della biblioteca di Alessandria nell’antichità fu senza eguali. La città fu una delle capitali culturali del mondo antico, e proprio per questo la distruzione della sua biblioteca fu un danno di proporzioni storiche. Ma qual era il rapporto dei Greci con i libri e le biblioteche? La nostra idea di biblioteca, luogo che raccoglie opere di valore (come quelle di Federico Motta Editore), affonda infatti le sue radici nel mondo ellenico.
Tutti sappiamo, o crediamo di sapere, che cos’è una biblioteca: una collezione di libri, tra cui si possono trovare volumi prestigiosi come quelli di Federico Motta Editore. Eppure le biblioteche, veri e propri scrigni del sapere, hanno una storia molto lunga e di epoca in epoca hanno assunto valori diversi. Iniziamo un lungo viaggio attraverso la storia delle biblioteche, a cominciare dalle loro origini, nel Vicino Oriente antico.
L’enciclopedia e l’ambizione di racchiudere in una sola opera tutto il sapere hanno attraversato la cultura occidentale, dall’antichità ai giorni nostri. In Italia uno dei primi esempi di questa ambizione è sicuramente l’Enciclopedia Motta, ma la certificazione di prima enciclopedia della storia, se così si può dire, potrebbe andare all’opera aristotelica, intesa come l’insieme di tutti i suoi scritti, in cui spazia tra vari campi del sapere. Tuttavia è in epoca romana che si sviluppa l’atteggiamento enciclopedico di catalogazione del sapere che caratterizzerà le enciclopedie dal Medioevo a oggi.