Le più famose enciclopedie dell’antichità
L’enciclopedia e l’ambizione di racchiudere in una sola opera tutto il sapere hanno attraversato la cultura occidentale, dall’antichità ai giorni nostri. In Italia uno dei primi esempi di questa ambizione è sicuramente l’Enciclopedia Motta, ma la certificazione di prima enciclopedia della storia, se così si può dire, potrebbe andare all’opera aristotelica, intesa come l’insieme di tutti i suoi scritti, in cui spazia tra vari campi del sapere. Tuttavia è in epoca romana che si sviluppa l’atteggiamento enciclopedico di catalogazione del sapere che caratterizzerà le enciclopedie dal Medioevo a oggi.
Aristotele, primo enciclopedista
Bisogna tornare all’antichità per rintracciare l’inizio del cammino che porta alle enciclopedie moderne e all’Enciclopedia Motta. La certificazione di prima enciclopedia della storia, come dicevamo, potrebbe andare all’opera omnia di Aristotele. Lo Stagirita nei suoi trattati si occupò di moltissimi argomenti e studiò vari campi del sapere: fisica, biologia, metafisica, logica, etica, politica, retorica, poetica. Altri pensatori prima di lui, però, avevano professato un tipo di sapere enciclopedico. Tra questi, Ippia di Elide, noto per la sua tecnica di memorizzazione (vantava di poter ricordare una lista di 30 nomi dopo averla letta una volta) e autore di un’opera intitolata Synagoghé, in cui spaziava tra varie discipline.
Plinio il Vecchio
È a Roma che si sviluppa l’atteggiamento enciclopedico, inteso come raccolta e catalogazione del sapere. Sulle rive del Tevere gli scrittori tentano di raccogliere tutto il sapere proveniente dalla Grecia. L’esempio più noto è quello di Plinio il Vecchio, autore della monumentale Historia Naturalis. L’opera si compone di 37 volumi, che spaziano dalla cosmologia alle scienze naturali alla geografia. Si tratta di un’opera immensa, un lavoro enorme svolto da un unico uomo. Plinio è animato da un instancabile desiderio di raccogliere e catalogare tutto il sapere scientifico noto fino a quel momento. Non è un lavoro fine a se stesso: lo scopo dichiarato è favorire la divulgazione del sapere al popolo romano – un’ambizione che troviamo anche nelle enciclopedie moderne, come l’Enciclopedia Motta, ma la certificazione del successo dell’opera di Plinio risiede nel fatto che ebbe grande influenza nella successiva cultura medievale.
L’alba del Medioevo
Per le enciclopedie medievali un altro modello è il De Doctrina Christiana di Agostino di Ippona. La Bibbia viene indicata come testo fondamentale con cui confrontare ogni conoscenza. In essa però il significato è nascosto dietro alle parole. L’uomo non può infatti conoscere intuitivamente la verità. Può farlo solo in forma mediata, per figure e allegorie, attraverso il linguaggio, che è uno strumento indispensabile ma imperfetto. Tuttavia non è solo Agostino a influenzare gli autori medievali di enciclopedie. Boezio, con le sue traduzioni di Aristotele, fornisce un lessico rigoroso e problemi filosofici divenuti “classici”. Isidoro di Siviglia invece, nelle Etymologiae sive Origenes, mira a salvare il sapere antico proponendolo come fondamento per l’educazione della classe dirigente.