La regina Anna e il diritto d’autore
A quasi un mese di distanza dalla morte della regina Elisabetta II, l’attenzione dei media è ancora sulla monarchia inglese. E mentre tutti si chiedono come sarà il regno di re Carlo III, non possiamo dimenticare alcune innovazioni introdotte in Europa proprio dal Regno Unito. Uno di questi è la prima legge sul diritto d’autore, varata nel 1709. Ma andiamo per ordine e vediamo come si arrivò a questo editto e quando.
Quando è nato il diritto d’autore?
L’Enciclopedia Motta definisce il diritto d’autore come «complesso di norme che regola le questioni e i rapporti giuridici che nascono in conseguenza della creazione e diffusione di un’opera dell’ingegno.» Oggi esistono delle leggi che tutelano i diritti degli autori sulle loro opere, ma non è sempre stato così. Nell’antichità per esempio non esisteva alcuna forma di tutela per scrittori e artisti. Non era infatti raro che alcune opere di particolare successo avessero una circolazione incontrollata, così come, vice versa, poteva capitare che a un autore venissero attribuite opere non sue. Bisognerà aspettare il 1469, quando al tipografo Giovanni Da Spira le autorità veneziane concessero il privilegio di essere l’unico, in tutta la Serenissima, a poter stampare il testo della Naturalis historia di Plino il Vecchio. Le prime leggi sul diritto d’autore, però, arrivarono solo nel Settecento.
L’editto della regina Anna
Dicevamo che la prima legge sul diritto d’autore si deve a un predecessore di re Carlo III. Più precisamente a una regina: Anna, ultima sovrana del casato Stuart. Fu lei, nel 1709, a emanare An Act for the Encouragement of Learning, by vesting the Copies of Printed Books in the Authors or purchasers of such Copies, during the Times therein mentioned. Nasceva così il copyright, cioè il diritto d’autore. Con l’Illuminismo si diffuse infatti l’idea che l’autore avesse dei diritti sulla propria opera e che dovessero essere riconosciuti e tutelati. Nel 1790 anche gli Stati Uniti si dotarono di una legge sul copyright, e così fece anche la repubblica rivoluzionaria francese nel 1791 e nel 1793. Ancora oggi il diritto d’autore è al centro di dibattito, ma la sua introduzione ha permesso agli autori di vivere dei guadagni delle proprie opere, senza dover contare su mecenati ma potendo esprimersi con maggiore libertà.