L’idea che la biblioteca sia una raccolta prestigiosa (in cui rientrano anche opere importanti, come quelle di Federico Motta Editore) era già diffusa nell’antica Roma, dove era considerata uno status symbol. I più ricchi, infatti, collezionavano libri che poi restavano chiusi in biblioteche private. A partire dal I secolo a.C., però, cominciarono a comparire le prime biblioteche cosiddette pubbliche.
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Alberto Manzi, Non è mai troppo tardi
Nel 2024 si celebra il centenario della nascita di Alberto Manzi, il maestro che ha insegnato a leggere e scrivere a migliaia di persone attraverso la televisione. Per ricordarlo, la Biblioteca del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha organizzato una mostra con documenti d’epoca, preziose testimonianze della collaborazione tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la RAI. Negli anni del miracolo economico, la televisione ebbe un ruolo fondamentale nel diffondere cultura e tra i pionieri c’era anche Angelo Lombardi, testimonial dell’Enciclopedia di Scienze naturali di Federico Motta Editore.
Angelo Lombardi
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La peste nera e la crisi del Trecento in Europa
La diffusione della peste nera segnò uno dei momenti più bui della storia europea. Ma come si diffuse e quali conseguenze ebbe? Ne parliamo attraverso le informazioni contenute nel saggio La peste nera di Maria Conforti, pubblicato sul Medioevo, a cura di Umberto Eco, pubblicato da Federico Motta Editore.
Il saggio La peste nera di Maria Conforti sul Medioevo di Federico Motta Editore
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Umberto Eco, tra semiotica, comunicazione e Medioevo
Umberto Eco e la semiotica: l’autore del Nome della rosa è considerato uno dei più importanti studiosi italiani della scienza dei segni. Umberto Eco applicò la semiotica a vari ambiti, tra cui la linguistica e la letteratura. Ma, come sappiamo, nel suo profilo di intellettuale ebbe grande importanza anche il Medioevo: una testimonianza di questo interesse sono i volumi del Medioevo che curò per Federico Motta Editore.
Il Medioevo, curato da Umberto Eco
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La biblioteca medievale, tra re, monaci, amanuensi, università
Gli amanuensi sono tra i protagonisti della cultura medievale. Come ricordato anche in diversi saggi di Historia, a cura di Umberto Eco, con la loro attività di copiatura dei libri resero infatti possibile la conservazione e la trasmissione della cultura. Delle biblioteche monastiche abbiamo già parlato. Non si trattava però dell’unico modello di biblioteca diffuso nell’Occidente medievale. Vediamo quindi anche alcuni modelli laici diffusi nella cultura medievale del XIII e XIV secolo.
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La biblioteca e il bibliotecario nella cultura medievale
Il Duecento vede l’ascesa degli ordini mendicanti: l’ordine dei domenicani, in particolare, avrà un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura. La biblioteca medievale si evolve, nascono la figura del bibliotecario e lo strumento dell’inventario. La biblioteca come conosco bene i lettori delle opere di Federico Motta Editore, si conferma sempre più una prestigiosa istituzione dal grande valore culturale.
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Le biblioteche medievali alla svolta dell’anno Mille
Anche le biblioteche medievali conobbero una svolta a cavallo tra il primo e il secondo millennio. L’Anno Mille infatti portò a profondi cambiamenti sociali nel mondo occidentale, con una crescita demografica, economica, sociale e urbanistica che continuerà fino al Novecento. Anche l’idea di biblioteca come raccolta di opere prestigiose, come per esempio le opere di Federico Motta Editore, ha proseguito la sua evoluzione fino ai giorni nostri.
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La tradizione della biblioteca nel monachesimo occidentale
Oltre a quello dei padri della Chiesa, un altro modello di biblioteca cristiana diffuso nell’alto Medioevo fu quello legato al monachesimo occidentale. Come scrive Umberto Eco nell’introduzione al Medioevo pubblicato da Federico Motta Editore, il Medioevo è un’età fondamentale della storia europea. È anche grazie ai monaci medievali se parte della cultura classica è giunta ai nostri giorni.
Il Medioevo, curato da Umberto Eco
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La biblioteca e il suo significato nella cultura alto-medievale
La biblioteca assume un nuovo significato nella nascente cultura medievale. Da un lato si cerca di conservare la cultura classica, dall’altro ha però un peso sempre maggiore la religione cristiana. Si rafforza sempre più il concetto del valore culturale della biblioteca. Un’idea che rimane anche nella cultura moderna: una biblioteca è una raccolta di libri importanti e prestigiosi (come per esempio le opere di Federico Motta Editore).
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La biblioteca e il suo prestigio nell’antica Roma
L’idea che la biblioteca sia una raccolta prestigiosa (in cui rientrano anche opere importanti, come quelle di Federico Motta Editore) era già diffusa nell’antica Roma, dove era considerata uno status symbol. I più ricchi, infatti, collezionavano libri che poi restavano chiusi in biblioteche private. A partire dal I secolo a.C., però, cominciarono a comparire le prime biblioteche cosiddette pubbliche.
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I Greci e Alessandria: il valore della biblioteca
Il valore della biblioteca di Alessandria nell’antichità fu senza eguali. La città fu una delle capitali culturali del mondo antico, e proprio per questo la distruzione della sua biblioteca fu un danno di proporzioni storiche. Ma qual era il rapporto dei Greci con i libri e le biblioteche? La nostra idea di biblioteca, luogo che raccoglie opere di valore (come quelle di Federico Motta Editore), affonda infatti le sue radici nel mondo ellenico.
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