Matera, capitale della cultura 2019
Matera è la Capitale europea della cultura 2019. Dedichiamo anche noi uno spazio a questa città che, scarsamente considerata fino all’inizio del Novecento, ha saputo negli anni rinascere. Matera è oggi una delle più interessanti mete culturali in Italia, e per tutto il 2019 ospiterà eventi e mostre. Ma scopriamo qualcosa di più sulla sua storia e sui suoi famosi “Sassi“, i quartieri in cui sorgono le più antiche abitazioni della città, scavate nella roccia tufacea.
Matera, una storia millenaria
Quanti anni ha Matera? Difficile a dirsi: i primi insediamenti sono antichissimi e potrebbero risalire all’epoca preistorica. Secondo le testimonianze, la città ebbe stretti rapporti con le colonie greche dell’Italia meridionale, mentre perse di importanza in epoca romana. Durante il Medioevo fu al centro di guerre, contesa da Longobardi, Saraceni e Bizantini. In seguito passò sotto il controllo dei Normanni, degli Svevi, degli Aragonesi e degli Orsini. In epoca più recente, nel Novecento, fu usata dal regime fascista come luogo in cui confinare gli oppositori politici. A Matera passò, per esempio, Carlo Levi nel suo confino in Lucania. Durante la seconda guerra mondiale la città fu invece una delle prime a rivoltarsi contro l’occupazione nazista, che terminò con una sanguinosa rappresaglia, avvenuta il 21 settembre 1943.
La rinascita
All’inizio del Novecento Matera era in condizioni precarie. La pastorizia, principale attività economica, era in crisi, e il centro storico della città, i Sassi, era sovrappopolato. Anche Carlo Levi, in Cristo si è fermato a Eboli, parlava delle difficili condizioni in cui vivevano gli abitanti. Nel secondo dopoguerra venne poi indicata come simbolo del degrado del Mezzogiorno. Con una legge speciale, nel 1952 i Sassi furono evacuati e vennero costruiti nuovi quartieri residenziali. Qui però iniziò anche la nuova vita dei Sassi, che affascinarono artisti e scrittori. Tra tutti ricordiamo Pasolini, che scelse questi luoghi come set per il suo Vangelo secondo Matteo. Dal 1993 i Sassi fanno parte del patrimonio dell’umanità, in quanto «eccezionale testimonianza di una civiltà scomparsa». Un luogo unico nel suo genere, capace di conservare fino ai giorni nostri la memoria, fin dai primi insediamenti preistorici.