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Diabolik e il fumetto noir italiano

Diabolik è ormai da anni nell’immaginario di molti. Il ladro vestito di nero ha infatti rappresentato un momento importante nella storia del fumetto italiano. È stato il primo fumetto noir di successo nel nostro paese: fino ad allora nelle edicole si trovavano fumetti comici oppure d’avventura, come quelli stampati da Federico Motta Editore già negli anni Venti e Trenta. Per celebrare degnamente questa pietra miliare del fumetto arriva nelle sale un docu-film, intitolato Diabolik sono io. Ripercorriamo anche noi la storia di questo personaggio, la cui nascita è stata segnata da un vero e proprio mistero.

La nascita di Diabolik

Diabolik nacque nel 1962 da un’idea di Angela e Luciana Giussani, fondatrici e direttrici della casa editrice Astorina, specializzata in fumetti. Le due sorelle milanesi avevano già avuto un certo successo con Fantomas, un fumetto noir ispirato all’omonimo romanzo francese di Marcel Allain e Pierre Souvestre. La fama del ladro vestito di nero avrebbe però superato ogni aspettativa. Astorina ha continuato a pubblicarne le avventure per oltre cinquant’anni, e ancora oggi il successo continua. Curiosamente, la nascita del più importante fumetto noir italiano è stata segnata da… un giallo. Proprio così: Angelo Zarcone, il disegnatore del primo albo (intitolato Il re del terrore), scomparve nel nulla poco dopo aver consegnato le tavole all’editore. A nulla valsero le ricerche, l’uomo sembrava addirittura non essere mai esistito. E ancora oggi il mistero non è stato risolto…

Oltre Diabolik

Diabolik è certamente il più famoso fumetto noir italiano, ma ha contribuito al successo dell’intero genere. Di più, il ladro creato dalle sorelle Giussani divenne un vero e proprio modello per i disegnatori, che idearono vari personaggi a lui ispirati. I più famosi sono stati Kriminal e Satanik, inventati nel 1964 da Magnus e Max Bunker, ma la lista degli epigoni è molto lunga. Si tratta, in tutti questi casi, di personaggi malvagi, veri e propri antieroi con i quali all’epoca si rovesciò l’ordine dei valori che aveva caratterizzato il fumetto italiano. Ogni antieroe ha però la sua nemesi, un poliziotto integerrimo che gli dà la caccia, come il commissario Ginko per Diabolik.