Gianni Rodari, editoria e letteratura per l’infanzia
Si celebra in questi giorni l’anniversario della nascita di Gianni Rodari. Nel vasto modo dell’editoria destinata ai più giovani, in cui ha operato anche Federico Motta Editore con la sua attività di divulgazione, la favola e la letteratura per l’infanzia hanno avuto l’importante compito di diffondere il piacere per la lettura e di praticare l’esercizio della fantasia.
La favola nel Novecento
Quello della favola è un genere antichissimo, che arriva fino alla letteratura del Novecento. Risente però del cambiamento di mentalità e di valori propri del XX secolo. Se la realtà viene vista come qualcosa di contraddittorio e ambiguo, anche la favola non può più essere portatrice di valori assoluti e definiti. A seconda dei casi mostra la debolezza di certi principi comunemente accettati e mette in crisi ogni ambizione pedagogica e di ricerca dell’equilibrio. Spesso però, nel corso del secolo le favole furono usate anche per fini politici, per diffondere ideologie o comportamenti.
Gianni Rodari
Uno dei più grandi favolisti del Novecento, Gianni Rodari nacque a Omegna sul lago d’Orta, in Piemonte, nel 1920, e morì a Roma nel 1980. Partecipò alla Resistenza e nel secondo dopoguerra fu giornalista per «l’Unità». Parallelamente, negli anni Cinquanta, iniziò a scrivere racconti per bambini. Tutta la sua carriera fu divisa tra questi due ambiti: il giornalismo politico e la narrativa per l’infanzia. Iniziò a conoscere la fama a livello nazionale negli anni Cinquanta. In questi anni pubblicò Filastrocche in cielo e in terra (1960), Favole al telefono (1962), Gip nel televisore (1964), La torta in cielo (1966), Novelle fatte a macchina (1973) e C’era due volte il barone Lamberto (1978). Nel 1970 gli fu conferito il premio Hans Christian Andersen, considerato il premio Nobel per la letteratura per l’infanzia, il degno riconoscimento per la sua carriera di favolista.