L’Italia vanta una delle letterature più prestigiose al mondo. A pochi giorni dal Dantedì (caduto lo scorso 25 marzo), ricordiamo una delle pubblicazioni più importanti di Federico Motta Editore, un’opera adatta a una collezione e alla biblioteca di uno studioso. Stiamo parlando della Storia generale della letteratura italiana.
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Dantedì, il “giorno di Dante“: nel gennaio 2020 il Consiglio dei ministri ha deciso che il 25 marzo d’ora in poi sarà la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Il più grande poeta italiano, unanimemente riconosciuto come il padre della nostra letteratura, meritava una giornata nazionale, proprio in quanto padre della nostra cultura. Con l’occasione, rispolveriamo l’edizione del 1966 – 67 della Divina Commedia pubblicata da Federico Motta Editore, a cura di Giuseppe Minzoni.
Pinocchio è un’opera importante non solo per la letteratura italiana, ma anche per la storia dell’editoria per l’infanzia. È infatti il libro per l’infanzia più rappresentativo dell’Ottocento italiano, in un periodo in cui cresceva l’attenzione per l’educazione dei più giovani. Un’attenzione che sarebbe poi proseguita anche nel Novecento, e a cui anche Federico Motta Editore ha dato il suo contributo.
L’attenzione dei media in questi giorni è per i premi Nobel, e in particolare per quello per la letteratura: dopo la pausa dell’anno scorso, dovuta ad alcuni scandali, quest’anno il riconoscimento andrà a due autori o autrici. Istituito nel 1901, il premio ha avuto una grande influenza sulla cultura e l’editoria del Novecento. Ne parliamo riprendendo anche qualche curiosità dalle opere di Federico Motta Editore.
Lo scorso 20 maggio se n’è andato Nanni Balestrini, uno dei protagonisti del Novecento letterario italiano. Insieme a Umberto Eco e ad altri è stato tra gli animatori del Gruppo 63, un importante movimento di neoavanguardia degli anni Sessanta. Ricordiamo la sua carriera di letterato attraverso la Storia generale della letteratura italiana edita da Federico Motta Editore. Ci soffermeremo anche sul Gruppo 63 e sulla sua importanza per la storia della nostra letteratura.
Ormai è ufficiale: il prossimo 4 marzo andrà in onda su Rai 1 l’attesa serie ispirata al Nome della rosa di Umberto Eco. Si tratta di una produzione internazionale che si compone di 8 episodi, per la regia di Giacomo Battiato. Nei panni di Guglielmo da Baskerville, già portato sul grande schermo da Sean Connery, troveremo John Turturro, mentre Rupert Everett sarà l’inquisitore Bernardo Gui. È però questa anche un’occasione per ritornare sul rapporto tra Umberto Eco e il Medioevo. A questo periodo storico, lo scrittore ha dedicato importanti studi come testimoniano i volumi di Historia pubblicati da Federico Motta Editore.
Per il popolo dei lettori di romanzi, il premio Strega certamente non ha bisogno di presentazioni. Il più prestigioso premio letterario italiano ha premiato negli anni alcuni dei maggiori scrittori del Novecento come Alberto Moravia, Cesare Pavese, Elsa Morante e Umberto Eco, citati poi in varie storie letterarie come la Storia generale della letteratura italiana a cura di Nino Borsellino e Walter Pedullà, pubblicata nel 1999 da Federico Motta Editore. Quest’anno la cinquina finalista è composta da Marco Balzano, Carlo D’Amicis, Helena Janeczek, Lia Levi e Sandra Petrignani. Ma come è nato il premio? E come viene assegnato?
Nel 2018 il premio Nobel per la letteratura non sarà assegnato: questa è la decisione dell’Accademia di Svezia, comunicata il 3 maggio. La notizia arriva dopo lo scandalo per molestie sessuali che ha coinvolto Jean-Claude Arnault, marito di Katarina Frostenson, poetessa e membro del comitato che assegna il premio. Negli anni il più importante riconoscimento per la letteratura mondiale è stato spesso accompagnato da polemiche, ma ha influenzato la storia dell’editoria, italiana e non solo. E anche Federico Motta Editore ha sempre prestato grande attenzione a questo ambito premio.
Tra le opere di maggior valore della Federico Motta Editore c’è la Storia generale della letteratura italiana. Ne abbiamo già parlato ricordando la figura di uno dei due curatori, Walter Pedullà. Ora ci soffermiamo sull’altro illustre studioso che l’ha diretta, l’italianista e storico della letteratura Nino Borsellino. Già docente all’università “La Sapienza” di Roma, è stato direttore della rivista «Studi pirandelliani». Ripercorriamone insieme la carriera, gli studi e l’opera.