Il fumetto arrivò in Italia agli inizi del Novecento, conquistando fette di pubblico crescenti, soprattutto tra i più giovani. Tra i primi autori di successo ci fu Carlo Cossio, autore di Dick Fulmine. Pubblicata dalla Cliché Motta, da cui poi sarebbe nata la Federico Motta Editore, la striscia di Dick Fulmine diede grande popolarità al suo autore. Ma Carlo Cossio è ricordato anche per altri personaggi, tra cui Cilcone e Buffalo Bill.
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Il 4 febbraio 1896 nasceva Federico Motta, che negli anni Dieci del Novecento avrebbe dato origine a quella che sarebbe stata un’iniziativa culturale e editoriale di grande valore. La Federico Motta Editore inizia infatti la sua storia nei primi decenni del Novecento e affonda le sue radici nella passione per la stampa del suo fondatore.
I fumetti furono tra le prime pubblicazioni della Federico Motta Editore: la striscia a fumetti è un genere che è stato importato dagli USA, che si è evoluto nel tempo e che ha trovato molti appassionati anche nel nostro Paese.
Il fumetto, nato alla fine dell’Ottocento come mezzo umoristico e di intrattenimento, è oggi un genere con una propria dignità artistica. Tra i primi a stampare fumetti in Italia, negli anni Trenta, ci fu anche Federico Motta Editore con la striscia di Dick Fulmine. Ripercorriamo brevemente la storia di questo genere.
Il calcio, si sa, è lo sport nazionale in Italia, e il Campionato di Serie A è uno degli appuntamenti più seguiti nel nostro paese. Anche Federico Motta fu da sempre appassionato di questo sport, e molte opere della casa editrice da lui fondata hanno a che fare con il calcio. Una curiosità? Federico Motta fu tra i primi a lanciare un’attività che nei decenni successivi avrebbe avuto grande fortuna: le figurine collezionabili dei calciatori
Avengers Endgame, l’ultimo capitolo della serie dedicata agli Avengers, si sta già rivelando un successo di pubblico. La storia dei film sui supereroi dei fumetti risale agli anni Quaranta, nello stesso periodo in cui Federico Motta stampava le strisce di Dick Fulmine. Vediamola insieme.
Diabolik è ormai da anni nell’immaginario di molti. Il ladro vestito di nero ha infatti rappresentato un momento importante nella storia del fumetto italiano. È stato il primo fumetto noir di successo nel nostro paese: fino ad allora nelle edicole si trovavano fumetti comici oppure d’avventura, come quelli stampati da Federico Motta Editore già negli anni Venti e Trenta. Per celebrare degnamente questa pietra miliare del fumetto arriva nelle sale un docu-film, intitolato Diabolik sono io. Ripercorriamo anche noi la storia di questo personaggio, la cui nascita è stata segnata da un vero e proprio mistero.
Il prossimo 11 novembre si celebra il centenario dalla fine della Prima guerra mondiale. La Grande Guerra segnò un punto di rottura nella storia dell’Europa e dell’Occidente in generale. Mai fino ad allora era stato combattuto un conflitto di tali dimensioni, che costò la vita a 9 milioni di soldati e 7 milioni di civili. La Prima guerra mondiale segnò però anche una cesura nella storia dell’editoria italiana, che dovette fare i conti con la nuova difficile situazione.
Cristiano Ronaldo con la nuova maglia della Juventus sarà probabilmente una delle figurine più ricercate della prossima stagione calcistica. Le collezioni di figurine sono ormai da decenni un punto fisso per i giovanissimi patiti di calcio. Spesso è una passione che i genitori trasmettono ai figli, e che quindi sopravvive di generazione in generazione. Ma sapevate che uno dei primi editori italiani a lanciare le figurine dei calciatori fu proprio Federico Motta?
Andrea Pazienza se ne andava il 16 giugno del 1988. In occasione del trentennale dalla morte, molte sono le iniziative per ricordare il fumettista, autore di serie come Pentothal e Zanardi. Più volte ci siamo occupati di storia del fumetto italiano, soprattutto per aspetti legati alla nascita della Federico Motta Editore come Cliché Motta e alle prime opere di Carlo Cossio negli anni Trenta. Negli anni Settanta il fumetto italiano conosce grande diffusione, ma alla fine del decennio, negli anni in cui disegnava Andrea Pazienza, le cose sarebbero cambiate…